Consiglio di Stato/TAR

Abuso edilizio

Tar Lazio, Roma, sez. II Stralcio, 30 giugno 2023, n. 11013

Abuso edilizio – Condono – Uso abitativo – Onere probatorio

Ove la domanda di condono sia espressamente riferita ad immobile con destinazione abitativa, l’onere di provare, con elementi certi, la destinazione residenziale dell’immobile, anche se solo potenziale, ricade sull’istante.

In tema di condono edilizio, le strutture che formano oggetto di domanda, anche se realizzate a rustico e necessitanti di lavori di completamento funzionale, devono consistere in manufatti che abbiano acquistato una fisionomia tale da renderne riconoscibile il disegno progettuale e la destinazione, altrimenti violandosi l’ambito di ammissibilità del condono normativamente previsto.

L’idoneità del manufatto all’uso abitativo deve risultare dalle caratteristiche della costruzione, che devono consentire tale uso senza alcuna addizione, che non sia di mero completamento e rifinitura: la struttura deve quindi trovarsi in uno stato di completamento funzionale.

Abuso edilizio

Tar Umbria, Perugia, sez. I, 30 giugno 2023, n. 413

Abuso edilizio – Sanzione pecuniaria alternativa

L’ammissibilità della c.d. “monetizzazione” dell’abuso postula la dimostrazione, da parte dell’interessato, dell’oggettiva impossibilità di procedere alla demolizione delle parti difformi senza compromettere la stabilità dell’intero edificio.

La possibilità di irrogare la sanzione pecuniaria ex art. 34 del D.P.R. n. 380/2001 non determina, né può implicare l’illegittimità dell’ordine demolitorio, avendo come presupposto la validità e l’efficacia della sanzione ripristinatoria, atteso che soltanto durante la sua materiale esecuzione è possibile verificare se l’ordine di demolizione sia eseguibile – stante la possibilità di procedere al materiale ripristino dello status quo anteriore all’abuso – ovvero se, alla luce delle emergenze proprie della fase esecutiva, si renda necessario fare luogo all’applicazione della sanzione pecuniaria.

Ludopatia

Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, sez. Autonoma di Bolzano, 29 giugno 2023, n. 226

Attività giochi e scommesse – Competenza Regioni e Province autonome – Distanziamento – Limiti

La distanza dai luoghi sensibili prescritta dalla Provincia autonoma di Bolzano non è diversa da quella individuata da altre Regioni, oscillante fra i 300 e i 500 metri, e non determina ex se un divieto generalizzato di apertura di esercizi dedicati al gioco.

Le discipline, regionali e delle Province autonome, che pongono limiti alla collocazione nel territorio delle sale da gioco e di attrazione e delle apparecchiature per giochi leciti, dichiaratamente finalizzate a tutelare soggetti ritenuti maggiormente vulnerabili, sono ampiamente compatibili con il diritto eurounitario.

Compensi revisori contabili – Limiti

Tar Veneto, Venezia, sez. I, 28 giugno 2023, n. 915

Revisori contabili enti locali – Attività – Compenso – Limite “massimo”

L’art. 241, c. 1, TUEL non individua scaglioni entro cui situare (da un minimo a un massimo) il compenso del revisore in ragione della classe demografica di appartenenza di ciascun ente, limitandosi a stabilire il solo tetto massimo (il “fino a”) del compenso progressivamente attribuito, in ragione del dato della popolazione e delle spese di funzionamento e di investimento.

Permesso di costruire – Silenzio-assenso

Tar Liguria, Genova, sez. II, 27 giugno 2023, n. 646

Permesso di costruire – Silenzio assenso – Vincoli

In materia di permesso di costruire, la giurisprudenza amministrativa ha ampiamente chiarito che la formazione tacita del provvedimento favorevole non implica solo il decorso del tempo dalla presentazione della domanda senza che sia intervenuta una risposta dell’Amministrazione, ma la contestuale presenza di tutti i presupposti richiesti dalla legge, ossia degli elementi costitutivi della fattispecie di cui si deduce l’avvenuto perfezionamento, con la conseguenza che il silenzio assenso non si forma, tra gli altri, nei casi in cui sussistano vincoli relativi all’assetto idrogeologico, ambientale, paesaggistico o culturale.

Il provvedimento tacito non può perfezionarsi se l’immobile ricade in zona sottoposta a vincolo idrogeologico.

Ludopatia – Regolamenti comunali

Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, sez. IV, 27 giugno 2023, n. 6278

Attività giochi e scommesse – Cambio gestore – Nuova apertura – Distanziamento – Limiti

Il mutamento del soggetto gestore dell’attività di raccolta di scommesse ippiche e sportive integra una “nuova apertura” ai sensi dell’art. 6 del Regolamento comunale in materia di giochi, con conseguente applicabilità della disciplina relativa al rispetto della distanza minima da determinati luoghi sensibili.

Concessioni demaniali e pianificazione

Tar Sicilia, Catania, sez. III, 26 giugno 2023, n. 2031

Demanio marittimo – Assenza PUDM – Diniego – Legittimità

L’assenza di un Piano di utilizzo delle aree demaniali marittime (PUDM) preclude in radice il rilascio di una concessione demaniale, dato che la legge della regione Siciliana n. 32/2020 – nel prescrivere come necessaria ed insostituibile la condizione della coerenza con lo strumento pianificatorio – va interpretata nel senso che il rilascio della concessione è a maggior ragione impedito (non solo nelle ipotesi di contrasto col Piano, ma anche) in mancanza radicale del PUDM.

Interpretazione atti di gara – Criteri

Tar Sicilia, Palermo, sez. III, 22 giugno 2023, n. 2090

Contratti pubblici – Enti locali – Interpretazione bando di gara – Interpretazione atti amministrativi – Art. 1363 cod. civ. – Buona fede – Favor partecipationis

L’interpretazione degli atti amministrativi, ivi compresi i bandi di gara, soggiace alle stesse regole dettate dagli artt. 1362 e ss. cod. civ. per l’interpretazione dei contratti, tra le quali assume carattere preminente quella collegata all’interpretazione letterale – con esclusione di ogni ulteriore procedimento ermeneutico in caso di clausole assolutamente chiare – ma, in caso di omissioni od ambiguità delle singole clausole, con la necessità del ricorso ad altri canoni ermeneutici, tra cui quello dettato dall’art. 1363 cod. civ. e quello dell’interpretazione secondo buona fede; corollario in materia di procedure di gara ad evidenza pubblica è la necessità di attuare il principio del favor partecipationis secondo il quale, in caso di clausole del bando ambigue o dubbie, va preferita la soluzione che tende ad estendere la platea dei partecipanti alla gara, e non quella restrittiva della partecipazione, al fine di realizzare l’interesse dell’amministrazione alla selezione della migliore offerta presentata tra quelle concorrenti.

Titolo edilizio

Tar Basilicata, Potenza, sez. I, 28 giugno 2023, n. 427

Titolo edilizio – SCIA – Permesso di costruire – Errore sui requisiti – Abuso edilizio

Se è stata presentata la SCIA, invece della domanda di permesso di costruire, non può essere applicato il termine di 30 giorni ex art. 23, c. 6, DPR n. 380/2001 per l’esercizio del potere di controllo inibitorio.

Poiché per gli interventi edilizi, realizzati mediante SCIA, ma soggetti a permesso di costruire, deve applicarsi l’art. 21, c. 2 bis, della legge n. 241 del 1990, ai sensi del quale “restano ferme le attribuzioni di vigilanza, prevenzione e controllo su attività soggette ad atti di assenso da parte di Pubbliche Amministrazioni previste da Leggi vigenti, anche se è stato dato inizio all’attività ai sensi degli artt. 19 e 20”, l’errore sui requisiti oggettivi della SCIA, essendo una dichiarazione unilaterale, non può comportare, in favore di chi la rende, né un affidamento vincolante per la Pubblica Amministrazione, che si limita a riceverla, né la sanatoria della SCIA, mancante di un requisito essenziale.

Il provvedimento con cui l’Amministrazione accerta che le opere edilizie non potevano essere realizzate mediante SCIA, occorrendo il permesso di costruire, non è espressione di autotutela, ma ha valore meramente accertativo di un abuso doverosamente rilevabile e reprimibile senza alcun limite di dover agire entro un termine ragionevole.

Pianificazione urbanistica – Istanze di variante

Tar Abruzzo, L’Aquila, sez. I, 28 giugno 2023, n. 367

Pianificazione urbanistica – Istanza di variante – Discrezionalità

Non sussiste un obbligo del Comune di rispondere in merito ad istanze di varianti urbanistiche presentate dai privati, essendo un potere ampiamente discrezionale dell’Amministrazione, in relazione al quale, inoltre, sono necessarie attività istruttorie.