Consiglio di Stato/TAR

Interdittiva antimafia

Tar Puglia, Bari, sez. II, 8 giugno 2023, n. 858

Interdittiva antimafia – Attività di prevenzione e di repressione – Differenza

L’attività di prevenzione comporta l’utilizzazione di elementi di fatto sintomatici e indiziari, anche a prescindere dalle (eventuali) statuizioni finali raggiunte nella sede penale, che invece connota la diversa attività di repressione. Trattasi di funzioni pubbliche diverse, che richiedono un grado di accertamento loro peculiare e giammai sovrapponibile o confondibile. L’attività di prevenzione è orientata a prevenire pericoli di commissione di fatti antisociali; mentre, l’attività di repressione è finalizzata a raggiungere certezze nel reprimere reati.

Accesso agli atti

Tar Sicilia, Catania, sez. II, 8 giugno 2023, n. 1797

Accesso agli atti – Informazioni incomplete Ente locale – Obbligo di provvedere

Il grado di precisione che si chiede ai privati nell’indicare alla p.a. gli atti verso cui l’esercizio del loro diritto di accesso è proteso, va commisurato al grado di effettiva conoscenza, o conoscibilità, degli stessi, dovendosi certo pretendere un minimo onere di diligenza da parte degli istanti che, comunque, considerato che è l’Amministrazione a detenere la documentazione di interesse, non può certo risolversi nell’imporre ai privati di indicare delle informazioni che non sono da loro conosciute per questioni agli stessi non imputabili, in ossequio al noto brocardo ad impossibilia nemo tenetur.

PNRR

Tar Lazio, Roma, sez. III-bis, 7 giugno 2023, n. 9637

PNRR – Avviso pubblico – Costruzione, messa in sicurezza e ristrutturazione di spazi adibiti a mense scolastiche appartenenti a edifici pubblici – Requisiti – Inammissibilità domanda

Gli edifici principali cui afferisce l’oggetto del finanziamento devono “esistere” materialmente ed essere adibiti (non semplicemente “destinati”) ad uso scolastico per tutta la durata della procedura.

Abuso edilizio

C.G.A.R.S., sezione giurisdizionale, 8 giugno 2023, n. 411

Demanio marittimo –– Autorizzazione – Fascia di rispetto – Manufatto edilizio abusivo

L’autorizzazione a costruire nella fascia di rispetto del demanio marittimo va richiesta sempre: sicché il manufatto edilizio realizzato senza autorizzazione è sempre abusivo, a prescindere dalla rilevanza delle  violazioni sul piano strettamente edilizio.

Abuso edilizio

Consiglio di Stato, sez. VI, 13 giugno 2023, n. 5770

Abuso edilizio – Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi – Acquisizione al patrimonio comunale

L’acquisizione, a titolo gratuito, dell’area sulla quale insiste la costruzione abusiva al patrimonio indisponibile del Comune rappresenta la reazione dell’ordinamento al duplice illecito posto in essere da chi, dapprima, esegue un’opera in totale difformità o in assenza della concessione e, poi, non adempie l’obbligo di demolire l’opera stessa.

Vincoli espropriativi

Tar Calabria, Reggio Calabria, 12 giugno 2023, n. 497

Pianificazione urbanistica – Vincolo espropriativo – Decadenza – “Zona bianca” – Variante urbanistica

Il vincolo espropriativo decade per l’inutile decorso del termine di decadenza di cinque anni, di cui all’art. 9 del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, dalla sua apposizione, se non risulta che il Comune lo abbia reiterato, fornendo congrua motivazione in ordine alla persistenza delle sottese ragioni di interesse pubblico.

La realizzazione di un’opera pubblica o di pubblica utilità deve essere prevista dal piano urbanistico comunale o da una sua variante e, dunque, essere conforme ad essi, sottoponendosi, in tal modo, il bene interessato, al vincolo preordinato all’esproprio. Quando, poi, l’opera da realizzare non risulti conforme alle previsioni urbanistiche, la variante al piano regolatore può essere disposta con le forme di conferenza di servizi, accordo di programma, intese, ovvero con l’approvazione del progetto.

La conseguenza della sopravvenuta decadenza del vincolo preordinato all’esproprio è la qualificazione dell’area ormai non urbanisticamente disciplinata, come c.d. zona bianca. Rispetto a tali zone, allorché cessino gli effetti dei preesistenti vincoli, l’Amministrazione comunale deve esercitare la sua discrezionale propria potestà urbanistica, attribuendo agli stessi una congrua destinazione.

Abuso edilizio

Consiglio di Stato, sez. VI, 12 giugno 2023, n. 5735

Abuso edilizio – Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi – Indicazione dell’area – Onere motivazionale attenuato – Legittimo affidamento

L’omessa o imprecisa indicazione nell’ordinanza di demolizione dell’area che verrà acquisita di diritto e gratuitamente al patrimonio del Comune ai sensi dell’art. 31, comma 3, del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, per il caso di inottemperanza all’ordine di demolizione non costituisce ragione di illegittimità dell’ordinanza stessa; invero, l’indicazione dell’area è requisito necessario ai fini dell’acquisizione, che costituisce distinta misura sanzionatoria.

L’ordinanza di demolizione di un immobile abusivo ha natura di atto dovuto e rigorosamente vincolato, con la conseguenza che essa è dotata di un’adeguata e sufficiente motivazione se contiene la descrizione delle opere abusive e le ragioni della loro abusività: non è necessario che l’amministrazione individui un interesse pubblico – diverso dalle mere esigenze di rispristino della legalità violata – idoneo a giustificare l’ordine di demolizione. Tali principi valgono anche nel caso in cui l’ordine di demolizione venga adottato a notevole distanza di tempo dalla realizzazione dell’abuso, atteso che a fronte della realizzazione di un immobile abusivo non è configurabile alcun affidamento del privato meritevole di tutela.