Urbanistica/edilizia

Titolo edilizio – Legittimazione

Tar Friuli Venezia Giulia, Trieste, sez. I, 16 giugno 2023, n. 210

Titolo edilizio – Onere di verifica della legittimazione

Il Comune, prima di rilasciare il titolo edilizio, ha sempre l’onere di verificare la legittimazione del richiedente, accertando che questi sia il proprietario dell’immobile oggetto dell’intervento costruttivo o che, comunque, ne abbia un titolo di disponibilità sufficiente per eseguire l’attività edificatoria. Conseguentemente, chi richiede il titolo autorizzatorio edilizio deve comprovare la propria legittimazione all’istanza ed è onere del Comune ricercare la sussistenza di un titolo (di proprietà, di altri diritti reali, concessorio, etc.) che fonda una relazione giuridicamente qualificata tra soggetto e bene oggetto dell’intervento, e dunque possa renderlo destinatario di un provvedimento amministrativo autorizzatorio.

Gazebo

Tar Lazio, Roma, sez. II Stralcio, 16 giugno 2023, n. 10329

Titolo edilizio – Intervento di nuova costruzione – Gazebo

Il gazebo, quale struttura a copertura di un’area, sorretta da pali o pilastri e aperta sui lati, costituisce opera soggetta a permesso di costruire tutte le volte che è destinata ad esigenze non temporanee, senza che rilevi la sua pertinenzialità, che presuppone comunque la SCIA, o la sua eventuale facile amovibilità, o il materiale del quale è composto.

Piano attuativo

Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 16 giugno 2023, n. 1996

Pianificazione urbanistica – Piano attuativo – Esclusione

Lo strumento urbanistico attuativo è necessario anche in presenza di zone parzialmente urbanizzate, ma esposte al rischio di compromissione dei valori urbanistici e nelle quali la pianificazione di dettaglio può conseguire l’effetto di correggere e compensare il disordine edificativo in atto. Pertanto, anche in presenza di una zona già urbanizzata, la necessità dello strumento urbanistico attuativo è esclusa solo nei casi in cui la situazione di fatto, in presenza di una pressoché completa edificazione della zona, sia incompatibile con un piano attuativo, ma non anche nell’ipotesi in cui per effetto di una edificazione disomogenea, ci si trovi di fronte ad una situazione che esige un intervento idoneo a restituire efficienza all’abitato, riordinando e talora definendo ex novo un disegno urbanistico di completamento della zona.

Abuso edilizio

C.G.A.R.S., sezione giurisdizionale, 8 giugno 2023, n. 411

Demanio marittimo –– Autorizzazione – Fascia di rispetto – Manufatto edilizio abusivo

L’autorizzazione a costruire nella fascia di rispetto del demanio marittimo va richiesta sempre: sicché il manufatto edilizio realizzato senza autorizzazione è sempre abusivo, a prescindere dalla rilevanza delle  violazioni sul piano strettamente edilizio.

Abuso edilizio

Consiglio di Stato, sez. VI, 13 giugno 2023, n. 5770

Abuso edilizio – Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi – Acquisizione al patrimonio comunale

L’acquisizione, a titolo gratuito, dell’area sulla quale insiste la costruzione abusiva al patrimonio indisponibile del Comune rappresenta la reazione dell’ordinamento al duplice illecito posto in essere da chi, dapprima, esegue un’opera in totale difformità o in assenza della concessione e, poi, non adempie l’obbligo di demolire l’opera stessa.

Vincoli espropriativi

Tar Calabria, Reggio Calabria, 12 giugno 2023, n. 497

Pianificazione urbanistica – Vincolo espropriativo – Decadenza – “Zona bianca” – Variante urbanistica

Il vincolo espropriativo decade per l’inutile decorso del termine di decadenza di cinque anni, di cui all’art. 9 del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, dalla sua apposizione, se non risulta che il Comune lo abbia reiterato, fornendo congrua motivazione in ordine alla persistenza delle sottese ragioni di interesse pubblico.

La realizzazione di un’opera pubblica o di pubblica utilità deve essere prevista dal piano urbanistico comunale o da una sua variante e, dunque, essere conforme ad essi, sottoponendosi, in tal modo, il bene interessato, al vincolo preordinato all’esproprio. Quando, poi, l’opera da realizzare non risulti conforme alle previsioni urbanistiche, la variante al piano regolatore può essere disposta con le forme di conferenza di servizi, accordo di programma, intese, ovvero con l’approvazione del progetto.

La conseguenza della sopravvenuta decadenza del vincolo preordinato all’esproprio è la qualificazione dell’area ormai non urbanisticamente disciplinata, come c.d. zona bianca. Rispetto a tali zone, allorché cessino gli effetti dei preesistenti vincoli, l’Amministrazione comunale deve esercitare la sua discrezionale propria potestà urbanistica, attribuendo agli stessi una congrua destinazione.

Abuso edilizio

Consiglio di Stato, sez. VI, 12 giugno 2023, n. 5735

Abuso edilizio – Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi – Indicazione dell’area – Onere motivazionale attenuato – Legittimo affidamento

L’omessa o imprecisa indicazione nell’ordinanza di demolizione dell’area che verrà acquisita di diritto e gratuitamente al patrimonio del Comune ai sensi dell’art. 31, comma 3, del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, per il caso di inottemperanza all’ordine di demolizione non costituisce ragione di illegittimità dell’ordinanza stessa; invero, l’indicazione dell’area è requisito necessario ai fini dell’acquisizione, che costituisce distinta misura sanzionatoria.

L’ordinanza di demolizione di un immobile abusivo ha natura di atto dovuto e rigorosamente vincolato, con la conseguenza che essa è dotata di un’adeguata e sufficiente motivazione se contiene la descrizione delle opere abusive e le ragioni della loro abusività: non è necessario che l’amministrazione individui un interesse pubblico – diverso dalle mere esigenze di rispristino della legalità violata – idoneo a giustificare l’ordine di demolizione. Tali principi valgono anche nel caso in cui l’ordine di demolizione venga adottato a notevole distanza di tempo dalla realizzazione dell’abuso, atteso che a fronte della realizzazione di un immobile abusivo non è configurabile alcun affidamento del privato meritevole di tutela.

Pannelli solari

Consiglio di Stato, sez. VII, 12 giugno 2023, n. 5757

Abuso edilizio – Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi – Legittimo affidamento – Installazione di pannelli solari in area vincolata

A fronte di illeciti edilizi, anche se realizzati dal dante causa, non esiste alcuna tutela dell’affidamento legato al trascorrere del tempo, nel caso in cui la contestazione avvenga molti anni dopo la realizzazione dell’illecito.

I pannelli solari a servizio di singoli edifici posti su coperture piane in modo da non essere visibili dagli edifici circostanti, ancorché apposti in aree vincolate, sono esclusi dall’autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell’allegato A, richiamato dall’art. 2, c. 1, d.P.R. 31/2017.