Titolo edilizio

Titolo edilizio e vicinitas

Tar Lazio Roma, sez. II bis, 25 ottobre 2023, n. 15819

Titolo edilizio – Accesso agli atti – Vicinitas

Il requisito della vicinitas sussiste in capo al confinante, al frontista e a coloro che si trovano in una situazione di stabile collegamento con l’edificio o con il terreno.

In tema di accesso agli atti per la verifica della legittimità dei titoli edilizi, il requisito della vicinitas consiste non soltanto nella prospettiva fattuale dello stabile collegamento tra la situazione attiva facente capo all’istante e la zona interessata dall’intervento, ma anche nella esplicitazione, di una lesione concreta ed attuale della posizione soggettiva.

Abitazione su “ruote”

Tar Piemonte, Torino, sez. II, 23 ottobre 2023, n. 820

Titolo edilizio – Struttura adibita ad abitazione – Esonero

Una struttura adibita ad abitazione, sebbene fissata su ruote, possiede i requisiti dell’insediamento abitativo residenziale idoneo a modificare l’ambiente esterno e, pertanto, per la sua installazione è necessario il previo rilascio del titolo abilitativo.

L’obbligo del permesso di costruire può escludersi soltanto quando il manufatto prefabbricato su ruote sia destinato a sopperire a necessità meramente contingenti e transitorie, per essere subito dopo rimosso e trasferito altrove.

Titolo edilizio e silenzio-assenso

Tar Lazio, Latina, sez. II, 16 ottobre 2023, n. 715

Intervento di nuova costruzione – Titolo edilizio – Silenzio assenso – Presupposti – Oneri di urbanizzazione – Prescrizione

Il meccanismo del silenzio-assenso in materia edilizia risponde ad una valutazione legale tipica in forza della quale l’inerzia equivale a provvedimento di accoglimento, nel senso che gli effetti promananti dalla fattispecie sono sottoposti al medesimo regime dell’atto amministrativo. Con il corollario che, ove ne sussistano i requisiti di formazione, il titolo abilitativo può perfezionarsi anche con riguardo ad una domanda non conforme a legge; reputare che la fattispecie sia produttiva di effetti soltanto ove corrispondente alla disciplina sostanziale, significherebbe sottrarre i titoli così formatisi al regime della annullabilità, per contro espressamente prevista.

Il mancato pagamento del contributo di costruzione non preclude l’obbligo di rilascio del permesso di costruire, né la formazione del silenzio-accoglimento, dal momento che le somme dovute a titolo di contributo per oneri di urbanizzazione e costo di costruzione sono soggette all’ordinario termine decennale di prescrizione, il quale decorre dalla data del rilascio del titolo edilizio in sanatoria ovvero della formazione del silenzio assenso sulla relativa domanda, essendo proprio questi ultimi, ai sensi dell’art. 16, commi 1-3, D.P.R. n. 380, il fatto costitutivo dell’obbligo giuridico del beneficiario di corrispondere quanto determinato a titolo di contributo.

Luci e vedute

Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 18 ottobre 2023, n. 3113

Intervento di nuova costruzione – Trasformazione di luci in vedute – Titolo edilizio – Verifica limiti privatistici – Istanza in sanatoria

L’apertura di finestre, ovvero la trasformazione di “luce” in “veduta” su un cortile comune, rientra nei poteri spettanti ai condomini ai sensi dell’art. 1102 c.c., tenuto conto che i cortili comuni, assolvendo alla precipua finalità di dare aria e luce agli immobili circostanti, ben sono fruibili a tale scopo dai condomini, cui spetta anche la facoltà di praticare aperture che consentano di ricevere aria e luce dal cortile comune o di affacciarsi sullo stesso, senza incontrare le limitazioni prescritte, in tema di luci e vedute a tutela dei proprietari dei fondi confinanti di proprietà esclusiva.

In sede di rilascio del titolo abilitativo, il Comune non può esimersi dal verificare il rispetto, da parte dell’istante, dei limiti privatistici sull’intervento proposto; ciò, tuttavia, vale solo nel caso in cui tali limiti siano realmente conosciuti o immediatamente conoscibili e/o non contestati, di modo che il controllo da parte del Comune si traduca in una mera presa d’atto, senza necessità di procedere a un’accurata e approfondita disamina dei rapporti tra privati.

La produzione di un’istanza di sanatoria (che ben può essere presentata in caso di interventi realizzati in assenza di segnalazione certificata di inizio attività) determina la sospensione dell’efficacia dell’ordine di demolizione.

Titolo edilizio e barriere architettoniche

Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, sez. Unica, 18 ottobre 2023, n. 159

Titolo edilizio – Intervento di nuova costruzione – Barriere architettoniche – Agevolazioni

Il permesso di costruire deve essere rilasciato in conformità alle previsioni degli strumenti urbanistici, dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico-edilizia vigente

La finalità della legge 9 gennaio 1989, n. 13 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati” è quella di permettere le innovazioni da attuare negli edifici privati dirette ad eliminare le barriere architettoniche e, a questo fine, introduce una serie di agevolazioni ai fini autorizzatori. Pertanto, la norma è teleologicamente diretta ad eliminare le barriere e, solo in funzione di tale obiettivo, possono avere spazio dette agevolazioni.

Abuso edilizio e ordine di demolizione

Consiglio di Stato, sez. VI, 18 ottobre 2023, n. 9083

Titolo edilizio – Interventi di nuova costruzione – Abuso edilizio – Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi – Onere motivazionale attenuato

Gli interventi di creazione di volume urbanistico necessitano di permesso di costruire.

L’ordine di demolizione è atto vincolato e non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione di questo con gli interessi privati coinvolti e sacrificati, né una motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla demolizione; né vi è un affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di fatto abusiva che il mero decorso del tempo non sana, e l’interessato non può dolersi del fatto che l’amministrazione non abbia emanato in data antecedente i dovuti atti repressivi.

Il sol fatto di abuso sul suolo di proprietà comunale giustifica l’irrogazione della vincolata misura ex art. 35 del DPR n. 380 del 2001, rivolta a tutelare le aree demaniali o di enti pubblici dalla costruzione di manufatti da parte di privati, senza la necessità d’accertare l’epoca di tale realizzazione e senza possibilità di configurare affidamenti tutelabili alla conservazione d’una siffatta situazione d’illecito permanente, che il tempo non può legittimare in via di fatto.

Provvedimenti repressivi e terzi controinteressati

Tar Lazio, Roma, sez. II Stralcio, 16 ottobre 2023, n. 15292

Intervento di nuova costruzione – Provvedimenti repressivi – Terzi controinteressati – Titolo edilizio – Potere inibitorio – Termine

Nell’ambito dei provvedimenti repressivi in materia edilizia, non sono configurabili terzi controinteressati nei cui confronti occorra instaurare il contraddittorio.

Il potere inibitorio nei confronti della Dia (oggi Scia) previsto dal D.p.r. 380/2001, ratione temporis vigente, è fissato, dall’art.23, co.6 D.p.r. n.380/2001, in trenta giorni dalla ricezione della Dia (rif. co.1 art.23 D.p.r. n.380/2001); tale termine ha carattere perentorio, analogamente a quanto è a dirsi per la Scia, che ha sostituito la Dia anche in ambito edilizio.

Natura della DIA

Consiglio di Stato, sez. VII, 27 settembre 2023, n. 8553

Titolo edilizio – DIA – Nozione – Poteri inibitori – Autotutela – Presupposti

La denuncia d’inizio attività non è un provvedimento a formazione tacita, ma è un atto privato volto a comunicare l’intenzione di intraprendere un’attività direttamente ammessa dalla legge.

Anche dopo la scadenza del termine di trenta giorni per l’esercizio dei poteri inibitori sulla DIA, la P.A. conserva un potere residuale di autotutela, da intendere, però, come potere sui generis, che si differenzia dalla consueta autotutela decisoria, perché non implica un’attività di secondo grado insistente su un precedente provvedimento amministrativo. Tale potere può essere esercitato soltanto se vi sono i presupposti per l’esercizio del potere di autotutela (in particolare dell’annullamento d’ufficio) e, quindi, entro un ragionevole lasso di tempo, dopo aver valutato gli interessi in conflitto e sussistendone le ragioni di interesse pubblico.

Istanza in sanatoria

Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 20 settembre 2023, n. 2818

Titolo edilizio – Assenza di titolo/Totale difformità – Istanza in sanatoria – Termini

In materia edilizia, in caso di interventi realizzati in assenza di permesso di costruire o in parziale difformità da esso, l’istanza di sanatoria può essere presentata anche dopo la scadenza dei termini di cui all’art. 36, D.P.R. n. 380 del 2001, fino alla materiale esecuzione della sanzione demolitoria.

L’esistenza di provvedimenti sanzionatori non ancora eseguiti, ovvero ancora impugnabili o nei cui confronti pende un’impugnazione, non impedisce il conseguimento della sanatoria, anche in considerazione del fatto che, in presenza di un ordine di demolizione, per tutto il termine assegnato al privato per la spontanea demolizione dell’opera e, comunque, fino alla materiale esecuzione delle sanzioni amministrative irrogate, l’interessato può chiedere il rilascio di specifica concessione in sanatoria e non può essere disposta la demolizione di un’opera conforme agli strumenti urbanistici per il solo tardivo inoltro dell’istanza di sanatoria.

Natura giuridica della SCIA

Tar Veneto, Venezia, sez. II, 18 settembre 2023, n. 1294

Titolo edilizio – SCIA – Natura giuridica

La SCIA si consolida ex lege, a tutela del legittimo affidamento del privato stesso, quando l’amministrazione comunale non esegue i controlli, non li termina o, comunque, non provvede ad inibire e/o a richiedere al privato la conformazione dell’attività segnalata, per effetto del combinato disposto di cui ai commi 3 e 6-bis dell’art. 19 legge 241/1990.

La SCIA non può essere inquadrata alla stregua di un’istanza dalla quale può scaturire un provvedimento amministrativo a formazione tacita, costituendo esclusivamente un atto del privato volto a comunicare all’amministrazione l’intenzione di intraprendere un’attività direttamente ammessa dalla legge. Pertanto, deve essere esclusa l’applicabilità del preavviso di rigetto.